L’esplosione degli NFT come fenomeno globale ha introdotto molte possibilità e concetti prima d’ora inesplorati.
Uno di questi riguarda il cosiddetto “staking”, operazione mutuata direttamente dal mondo crypto ma applicabile anche agli NFT.
Ma che cos’è lo staking e, in particolare, lo staking di NFT?
È davvero possibile guadagnare passivamente con lo staking?
In questo articolo faremo luce su questo meccanismo!
Indice
ToggleCosa Significa Mettere in staking un NFT?
Quello di staking è un concetto particolare, che può essere messo in atto soltanto dopo essere fisicamente entrati in possesso di un determinato NFT.
In buona sostanza, “mettere in staking” significa bloccare il proprio token in uno smart contract per un determinato periodo di tempo, al fine di ottenere ricompense.
Queste ricompense possono assumere diverse forme in base all’NFT e alle condizioni stipulate a monte nello smart contract (altri NFT, unità di un token proprietario, ma anche altri benefit come diritti di voto nella community di riferimento e altro ancora).
Perché le collezioni incentivano lo staking degli NFT?
Un utente che decide di mettere in staking il proprio NFT equivale ad un investitore soddisfatto del suo acquisto e che, bloccando il proprio pezzo, è come se dichiarasse di NON voler rimettere in vendita il proprio token.
In poche parole, una collezione in cui la maggior parte degli utenti ha messo in staking il proprio NFT equivale ad una collezione molto solida, in cui la community crede nel progetto e non utilizza gli NFT come mero strumento speculativo (volto al flipping, ad esempio).
Si può guadagnare passivamente con lo staking di NFT?
La risposta breve a questa domanda è: dipende.
Infatti, le ricompense per lo staking non sono tutte uguali e, spesso, il valore dei premi ricevuti è legato direttamente al prezzo di mercato degli NFT della collezione.
Come tutto ciò che riguardo l’ambito degli NFT, in questi casi è sempre bene fare le proprie ricerche e accertarsi che il programma messo in piedi dal team dietro al progetto sia:
- Interessante in termini di remunerazione
- Realistico e fattibile nella pratica
Detto questo, è indubbio che lo staking possa essere una buona fonte d’entrata, quando implementato con successo all’interno di un progetto.
Tutti i progetti supportano lo staking?
No, non tutti i progetti NFT supportano lo staking.
Come già detto, inserire in maniera efficacie un meccanismo di staking all’interno di un progetto NFT è un’operazione delicata, che necessita di particolari accortezze per essere sia profittabile che sostenibile.
Di conseguenza, prima di investire in un progetto che fa dello staking il suo punto focale, è necessario fare le dovute analisi del caso.
Capita spesso, infatti, che alcuni progetti poco seri sfruttino la presenza dello staking in maniera poco trasparente, promettendo ritorni economici notevoli non sostenibili nel lungo periodo.
Conclusioni
Al pari di quanto avviene con le criptovalute, lo staking è un sentiero percorribile anche per gli NFT.
Al contrario delle dicerie che vanno per la maggiore, tuttavia, questo non equivale necessariamente ad avere accesso ad una rendita passiva.
Infatti, non tutti i processi di staking sono davvero profittevoli e, in alcuni casi, questa caratteristica potrebbe essere usata in maniera non virtuosa dai team dietro ai progetti.
Come sempre, prima di aderire ad un progetto NFT che pone nello staking la sua attrattiva principale, andrebbero eseguite tutte le valutazioni del caso.
Infatti, oltre che remunerativo per l’utente, un buon programma di staking dovrebbe prima di tutto essere fattibile e sostenibile.
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